Si è molto parlato di stampa 3D sul web e addirittura in TV negli ultimi mesi, in realtà non è corretto parlare di stampanti 3D perché la maggior parte dei modelli in circolazione, esattamente come quella che abbiamo avuto nel nostro laboratorio, appartengono alla categoria dei cosiddetti “rapid prototyper”, vale a dire uno strumento che permetta ad un professionista o appassionato di realizzare in tempi brevi (nell’ordine delle poche ore) un prototipo del suo progetto. RepRap (replicating rapid prototyper) è il nome originale del progetto, fondato nel 2005 dal dottor Adrian Bowyer con l’intento di costruire una stampante 3D dai prezzi accessibili e in grado di “autoreplicarsi” ovvero in grado di riprodurre la maggior parte dei componenti necessari alla sua realizzazione.
Il progetto originale si è poi evoluto negli anni fino ad arrivare ad oggi dove abbiamo fondamentalmente due categorie di prodotti. La prima è quella delle stampanti open source come quella del nostro ospite, con tutti i vantaggi che tale filosofia comporta, ovvero la realizzazione di modelli e design condivisi e sviluppati in una community mondiale, abbondano quindi forum e siti che raccolgono appassionati e informazioni riguardanti ogni aspetto della stampa a tre dimensioni. L’altra categoria è quella invece delle grandi aziende che si sono interessate al mercato di questi dispositivi realizzando quindi stampanti pronte all’uso, seguendo però design proprietari. La portata di questo fenomeno è tale che addirittura Microsoft non solo ha predisposto Windows 8.1 per l’utilizzo con alcuni modelli commerciali di queste stampanti ma ha addirittura riservato uno spazio a questi prodotti in molti Microsoft Store americani.
Spendiamo due parole sulla stampante che abbiamo conosciuto in questi giorni, il modello è una Prusa i3, uno dei design open source più diffusi e apprezzati a livello mondiale. L’assemblaggio di una macchina di questo tipo è passato attraverso diverse fasi, è stata infatti costruita da zero, utilizzando materiali comuni insieme a componenti specializzati seguendo il progetto originale ma aggiungendo delle piccole migliorie. Dopo la costruzione si è passati alla fase di ottimizzazione con l’obbiettivo di ottenere la miglior qualità di stampa per questo tipo di setup. Il mondo della stampa 3D è in continua evoluzione, in questi giorni abbiamo avuto modo di vedere e sperimentare quello che chiunque potrebbe realizzare con un po’ di impegno e passione anche a casa propria, i prossimi anni saranno sicuramente decisivi per lo sviluppo e la diffusione di questa tecnologia. Come è successo in passato con molte innovazioni, anche se all’inizio potevano sembrare di nicchia e per pochi esperti, è possibile che tra qualche anno la stampante 3D diventi un gadget presente in ogni casa.